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1 COSA E’ LA OSTEOPATIA
L’Osteopatia comprende una serie di tecniche manipolative molto precise, usate per trattare i parti del corpo, e non solo, in disfunzione che sono quindi impedite allo svolgere le loro funzioni naturali.
E’ un metodo sano e naturale di terapia che focalizza l’attenzione sulla struttura del corpo umano, costituito d’ossa, legamenti, muscoli, tessuto connettivo, sistema linfatico, sistema nervoso, sistema circolatorio e fascia.
L’Osteopatia non tratta solamente problemi di dolore alla schiena, ma può essere adoperata con successo in diverse patologie.
Il sistema muscolo-scheletrico forma la struttura che porta la rete del sistema nervoso, circolatorio e linfatico. Fra l’altro supporta fisicamente gli organi interni. La salute del sistema muscolo-scheletrico quindi, ha un effetto diretto sulla salute del resto del corpo.
ORIGINI DELLA OSTEOPATIA
L'origine e l'anima della medicina osteopatica sono legate all'intuizione del Dr. Andrew Taylor Still (1828-1917). Medico di formazione classica, Still dà forma a questa nuova disciplina creando una fusione tra metodo e rigore scientifico (lo studio e la conoscenza approfonditi dell'anatomia) e concezione filosofica olistica dell'uomo.
L’Osteopatia crede nella salute come lo stato naturale delle persone, e la malattia come un fenomeno d’adattamento del corpo ad una situazione critica.
L’Osteopata valuta le condizioni di questo sistema “muscolo-scheletrico” cercando le aree di debolezza, squilibrio o eccessiva tensione.
Una visita dall’Osteopata include
Una completa valutazione della postura
Prove funzionali globali, regionali e locali
Palpazione dei differenti tessuti e ritmi fisiologici per accertare la severità e l'origine dei blocchi osteo-articolari e delle tensioni miofasciali
L'identificazione delle cause e una sintesi di tutti i risultati ottenuti
Un trattamento Osteopatico riequilibrante
Obiettivi del trattamento osteopatico
Curare la persona secondo i disturbi e le speranze (dolore, limitazioni funzionali, disordini somatici, ecc.)
Trattare le cause di queste disfunzioni.
Ristabilire il movimento ai differenti meccanismi e sistemi dell'organismo
Consigli per uno stile di vita sano
L’Osteopatia si divide in tre branche
Cranio-sacrale (emicrania, cefalea, sinusite, ecc.)
Strutturale (ernie discali, sciatalgie, lombalgie, cervicalgie, spalle, anche, ecc.)
Viscerale (disfunzioni visceri e aderenze post operatorie ed altri disturbi)
Problemi che rispondono bene al trattamento osteopatico
Problemi al collo ed alla Schiena
Problemi scheletrici cronici (artrosi ecc), Sciatica
Mal di Testa, Lesioni Traumatiche
Disordini Gastro-intestinali
Problemi a Naso, Gola, Orecchie
2. Professione Fisioterapista
Il Fisioterapista (già terapista della riabilitazione) è un professionista della Sanità in possesso del diploma di Laurea o titolo equipollente, che lavora, sia in collaborazione con il Medico e le altre professioni sanitarie, sia autonomamente, in rapporto con la persona assistita, valutando e trattando le disfunzioni presenti nelle aeree della motricità, delle funzioni corticali superiori e viscerali conseguenti ad eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita.
Secondo il D.M. 741/94 il Fisioterapista:
elabora, anche in équipe multidisciplinare, la definizione del programma di riabilitazione volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile;
pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità motorie, psicomotorie e cognitive utilizzando terapie fisiche, manuali, massoterapiche e occupazionali;
propone l'adozione di protesi ed ausili, ne addestra all'uso e ne verifica l'efficacia;
verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale.
Svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le sue competenze professionali.
Svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche e private in regime di dipendenza o libero-professionale.
3.IPERTENSIONE ARTERIOSA
L’ipertensione arteriosa è una delle situazioni fisiopatologiche più diffuse al mondo specie nei paesi più evoluti dal punto di vista industriale de economico. La ipertensione è divisa in due grandi categorie una primaria di cui non si conosce la causa e una secondaria che può essere legata a molte cause da disturbi ai reni a tumori ecc.
Attraverso la terapia manuale possiamo lavorare sulla normalizzazione della ipertensione arteriosa in molti casi anche su quella primaria. Già negli anni 50 molti famosi osteopati americani scrivevano che era necessario lavorare su qualsiasi vertebra in restrizione in particolare su T1-T2-T5 ed inoltre sulla zona sotto occipitale ed il relativo triangolo oltre ai temporali ed articolazioni occipiti mastoidee. Molta importanza inoltre veniva data dalla fascia cervicale sia media che profonda. Altri fattori di igiene di vita quali alcool, fumo e alimentazione scorretta e fattori emozionali devono essere presi in considerazione per ottenere un più duraturo risultato. Ora la terapia manuale fisioterapica non promette miracoli, ma in molti casi può davvero funzionare e ridurre in modo significativo il consumo di farmaci che spesso hanno altre controindicazioni.
4. PANDICULAZIONE
La pandiculazione è un insieme dei movimenti di stiracchiamento che accompagnano lo sbadigliodal latino pandiculatio, da pandiculari stirarsi sbadigliando, derivato di pandere aprire.
Una parola curiosa; non per i suoi usi pratici, che sono piuttosto limitati, ma per l'esattezza del suo significato. Si tratta di una parola del linguaggio medico, che indica i movimenti sinergici che solitamente accompagnano lo sbadiglio; in altri termini, dipinge quell'insieme di stiramenti infinitamente goduriosi che quando si sbadiglia in occasioni rilassate ci si concedono come istintivo complemento e coronamento dello sbadiglio - quando non lo si deve reprimere e discretamente nascondere con la mano. La pandiculazione, quindi, si concretizza in uno stiracchiamento delle braccia e dei polsi, in un allungamento della schiena, delle gambe e dei piedi.
5. LEGAMENTO NUCALE
Il legamento nucale è un fattore importante nel controllo della flessione del rachide cervicale. La sua retrazione si relaziona con restrizione della mobilità sotto occipitale e alterazione del controllo fasciale nel movimento di flesso estensione cervicale. E' connesso alla dura madre e quindi può influire sulla sua meccanica e quindi anche a livello neurologico sulla zona midollare e sui rami dei nervi cervicali ma in modo indiretto anche alle strutture superiori dando dolore alla testa ed emicranie.
Capisco che il discorso non è facile, ma quello che voglio dire che quando ci sono mal di testa emicranie e dolori alla nuca oltre a dolori cervicali e dolori alle spalle sulla zona superiore dei trapezi potrebbe essere utile trattare questa zona con le appropriate tecniche fisioterapiche manuali che in questo studio il fisioterapista professionista pratica.
6. SEGNI ALZHEIMER
I 10 sintomi premonitori ALZHEIMER:
1. Perdita di memoria
2. Difficoltà nelle attività quotidiane.
3. Problemi di linguaggio.
4. Disorientamento nel tempo e nello spazio.
5. Diminuzione della capacità di giudizio.
6. Difficoltà nel pensiero astratto.
7. La cosa giusta al posto sbagliato.
8. Cambiamenti di umore o di comportamento.
9. Cambiamenti di personalità.
10. Mancanza di iniziativa.
7. SCOLIOSI E NUOTO
La colonna vertebrale ha tre curve: lordosi cervicale e lombare e cifosi dorsale. La perdita dell’ allineamento rettilineo nel piano antero-posteriore è definito come scoliosi, l'alterazione è in realtà tridimensionale, cioè con la rotazione della vertebra e della gabbia toracica. Troviamo asimmetria alle spalle, al bacino, al tronco, gibbo dorsale o lombare e una parte più prominente del petto rispetto agli altri.
Molte sono le indicazioni che lo Studio di Fisioterapia del dottor Casciotti può dare al genitore per seguire e controllare il bambino al fine di una buona prevenzione. Tutti gli sport di coordinazione sono consigliati in età infantile.
Il Nuoto è uno degli sport consigliati lavora in minor gravità e miglior simmetria dei movimenti articolari e muscolari della colonna vertebrale, stimola il lavoro completo dei muscoli, senza strappi, o accelerazioni, o scosse.
Non è l’unico modo per trattare una scoliosi ed è un grave errore crederlo, meglio una prima visita dal fisioterapista poi si deciderà caso per caso.
8.DOLORE: QUANDO USO IL CALDO (TERMOTERAPIA) ED IL FREDDO (CRIOTERAPIA)?
La termoterapia ( utilizzo del calore) è un valido strumento terapeutico in molti disturbi traumatici e reumatici essendo uno dei suoi principali effetti l’allevio del dolore immediato.
Il trattamento termico può essere applicato con diversi mezzi e apparecchi che creano calore sul nostro corpo o dentro di esso a partire dalla semplice borsa dell’acqua calda o termoforo fino ai raggi infrarossi, il laser e la tecar terapia che agiscono a livello dei tessuti superficiali e profondi. Esistono inoltre diverse pomate e creme che creano un calore cutaneo quindi superficiale.
Effetti del calore:
Aumento della vascolarizzazione: Vi è un aumento del flusso sanguigno.
Diminuzione della pressione arteriosa da vasodilatazione.
Aumento difese immunitarie in tutto il corpo.
Diminuzione delle infiammazioni sub acute e croniche (dopo 24-36 ore).
Effetto analgesico, aumento della frequenza respiratoria.
Agisce sull’apparato digestivo con effetto lassativo e aumenta la peristalsi ovvero i movimenti dell’intestino
NON USARE IL CALORE IN FASE ACUTA SU BOTTE TRAUMI O ARROSSAMENTI! NON USARE SUI DOLORI DI NERVI PERIFERICI.
VA BENE SU PROBLEMI E DOLORI CRONICI DI DIVERSI GIORNI
La crioterapia è l'applicazione del freddo ai tessuti del corpo, al fine di alleviare il dolore e ridurre il gonfiore. Tipico uso del ghiaccio.
Applicare la terapia del freddo subito dopo un infortunio. Può inoltre essere utilizzata nel caso in cui la parte interessata presenti DOLORE - CALORE- GONFIORE ( soprattutto calore e gonfiore) se presente solo dolore può non essere la terapia corretta
Effetti del freddo:
Vasocostrizione.
Analgesia, anestesia.
Genera processi antinfiammatori, riducendo l'apporto di sangue in un determinato luogo.
Aumenta la pressione arteriosa.
Funziona per ridurre nausea e vomito nel sistema digestivo.
Aiuta ad alleviare l'infiammazione vascolare (utile quindi in caso di mal di testa o emicrania)
Si usa per il trattamento di scottature ed il colpo di calore, anche le caldane in menopausa.
Aiuta a ridurre la febbre.
Va bene sui dolori causati dai nervi come sciatalgie o brachialgia ( all’arto superiore)
UTILIZZO IL FREDDO QUINDI SUBITO DOPO TRAUMI, DISTORSIONI, EMATOMI E PER UN MASSIMO DI 10 MINUTI ( CON PROTEZIONE DI UN PANNO) PER VARIE APPLICAZIONI AL GIORNO AD INTERVALLI E NON OLTRE LE 24 ORE.
9. TUNNEL CARPALE
Hai il tunnel carpale? Quel fastidioso problema al polso ed alle mani con formicolii e mancanza di sensibilità alle dita? fai fatica ad abbottonare la camicia? Senti meno forza nelle mani?
COS'È IL TUNNEL CARPALE?
Il tunnel carpale è una struttura di ossa e legamenti, fatta ad arco e situata tra la parte interna del polso e il palmo della mano.
Esso viene chiamato tunnel perché forma uno stretto passaggio per nove tendini e per un nervo, sensitivo e allo stesso tempo motorio, denominato nervo mediano.
Lateralmente e posteriormente al tunnel carpale, ci sono le ossa della mano, dette anche ossa carpali.
La sindrome del tunnel carpale può colpire chiunque. Tuttavia, secondo diversi studi statistici, insorge prevalentemente in età medio-avanzata, attorno cioè ai 45-60 anni, e colpisce più donne che uomini.
POSSIBILI CAUSE
tra le cause predisponenti abbiamo condizioni patologiche particolari come diabete, artrite reumatoide, gotta, obesità, ritenzione idrica cronica, insufficienza renale e ipotiroidismo, possano favorire la comparsa della sindrome del tunnel carpale.
Gravidanza: la ritenzione idrica anche agli arti superiori crea compressione ai polsi.
Traumi e fratture del polso modificano la struttura anatomica del tunnel carpale e, inevitabilmente, anche dello spazio entro cui passano tendini e nervo mediano.
Attività lavorative/manuali ripetitive.
SINTOMI
La sindrome del tunnel carpale colpisce il polso, il palmo della mano e le dita controllate dal nervo mediano (ovvero pollice, indice, medio e parte dell'anulare).
I sintomi principali sono tre:
Formicolio
Senso di intorpidimento
Dolore
Essi compaiono in modo graduale, mai improvvisamente, e tendono a peggiorare in due situazioni: nel corso della notte, forse a causa delle involontarie flessioni del polso, e mettendo continuamente in tensione le articolazioni interessate.
DIAGNOSI
si eseguono esami prescritti dal vostro medico come ELETTROMIOGRAFIA per vedere lo stato del nervo, poi RADIOGRAFIE per verificare che le ossa non siano rotte ed ESAMI DEL SANGUE per escludere patologie come diabete o altro.
Si fa poi una valutazione della forza dei polsi e della sensibilità e se ci sono movimenti che creano o aumentano il dolore.
TERAPIA MEDICA
Farmaci e chirurgia
TERAPIA FISIOTERAPICA
Forse invece che risolvere con un intervento chirurgico che non da sempre una soluzione definitiva e avere poi anti estetiche cicatrici sui polsi e sul palmo delle mani potresti pensare ad un’altra soluzione.
Potresti provare con la fisioterapia fasciale integrata che offre una buona valutazione del tuo problema valutando in generale la tua postura e le tue difficoltà o disfunzioni spesso cause del tunnel carpale ed in seguito proporti il trattamento più adeguato e non violento. Oltre a tecarterapia e tens.
Rivolgerti al fisioterapista può darti una soluzione per migliorare la tua situazione
10. PROFESSIONE FISIOTERAPISTA E MAL DI SCHIENA
La fisioterapia è la scienza della riabilitazione e della cura della persona attraverso mezzi fisici e la terapia manuale. È una professione sanitaria che viene svolta dal fisioterapista laureato (abbreviato Dott. Ft.), il quale fornisce servizi al singolo individuo o a gruppi di persone per recuperare, mantenere o sviluppare il movimento e le abilità funzionali, durante tutte le fasi della vita,
specie in quelle circostanze in cui questi vengono compromessi da traumi, malattie, fattori ambientali, età.
La fisioterapia si occupa di identificare e migliorare la qualità della vita e il movimento dei propri pazienti migliorandone i sintomi e le capacità funzionali.
Questo include il benessere fisico, psicologico, emozionale e sociali. A partire dal 1999, la formazione del fisioterapista, è di competenza delle sole Università; questo significa che il Fisioterapista è un professionista Laureato e riconosciuto dal Sistema Sanitario Nazionale
Al momento la figura professionale del fisioterapista risente dell'abusivismo della professione e della mancanza di un ordine professionale che tuteli gli operatori abilitati ed i pazienti.
Esistono molte figure che senza titolo o solo per il fatto di fare massaggi, vengono confusi con il fisioterapista, ma non sono legalmente autorizzati a fare rieducazione e fisioterapia alcuna.
Dopo aver chiarito questa parte, fondamentale per capire chi è e cosa fa il fisioterapista, parliamo invece di uno dei problemi che affligge la maggior parte della popolazione adulta e spesso anche infantile ovvero il MAL DI SCHIENA lombare.
La colonna vertebrale è composta di 33 vertebre (7 cervicali, 12 dorsali, 5 lombari, 5 sacrali e 4 coccigee) tra le quali sono interposti 31 piccoli dischetti che fanno da ammortizzatori dei movimenti delle singole vertebre in tutti i loro movimenti, i dischi sono meno poichè a livello del sacro e del coccige le vertebre sono fuse tra loro e non ci sono movimenti visibili.
Il mal di schiena, termine generico che indica un sintomo nevralgico di svariate tipologie di affezioni, in questo paese è la prima causa di assenteismo dal lavoro e la seconda di invalidità permanente. Eppure solo la metà circa delle persone che ne soffrono si rivolge a un medico o a un fisioterapista.
Tra le tipologie di mal di schiena più comuni e non gravi troviamo i dolori dovuti agli affaticamenti muscolari causati da sforzi eccessivi o da movimenti non corretti.
Di positivo c’è che in questo caso con un po’ di riposo e senza ripetere i movimenti sbagliati e qualche antinfiammatorio, il mal di schiena passa.
Tra i tipi di mal di schiena che invece cominciano ad essere più difficili da eliminare troviamo la lombalgia e la sciatalgia o dovuti ad artrosi o chiusure del canale vertebrale, tralasciando quelli più gravi come fratture o tumori ossei che non sono oggetto di questo articolo.
Questi mal di schiena possono essere di varia intensità: da piccoli fastidi e dolori invalidanti.
Il dolore è spesso nella zona bassa della schiena, ma può estendersi anche ai glutei o alle gambe specie nella parte posteriore e laterale.
Di solito si parla di problema acuto se il dolore permane per un massimo di 4-5 settimane se dura oltre si parla di dolore cronico e va indagato con esami specifici come TAC, Risonanza magnetica, radiografie e anche altri esami.
Le cause possono essere molteplici da degenerazione discale dei dischi, di solito, a partire dalla terza fino alla quinta vertebra lombare ed includiamo anche la prima porzione dell’osso sacro, stiramenti delle fasce muscolari, contratture dei muscoli, vere e proprie rotture del disco vertebrale che rappresenta uno dei casi più seri ed invalidanti.
In questi casi è poco saggio fare massaggi da un qualsiasi operatore non qualificato in quanto non ha competenze e la preparazione adeguata a conoscere cosa deve e soprattutto cosa non deve fare!
Attenti quindi!
Cosa si può fare, una volta consultato il vostro medico per esami radiologici e le cure farmacologiche coadiuvanti del caso, rivolgersi ad un fisioterapista diplomato e/o laureato per la valutazione ed iniziare un programma di rieducazione mirato.
Tra le terapie che il fisioterapista può utilizzare a secondo del problema ci sono le apparecchiature elettroterapiche quali la TECARTERAPIA, il LASER, la TENS, la IONOFORESI, l’ELETTROSTIMOLAZIONE, la MAGNETOTERAPIA, poi le MANIPOLAZIONI, la terapia manuale
MIOFASCIALE, in seguito ad attenuazione del dolore si esegue un programma di ESERCIZI di GINNASTICA mirati per la schiena e gli arti ed in seguito una RIEDUCAZIONE al MOVIMENTO per imparare a muoversi ed evitare movimenti scorretti che possano creare danno e dolori.
Il paziente in seguito può essere seguito ciclicamente ogni 2 o 3 mesi dal fisioterapista, con una nuova valutazione sulle sue condizioni per eseguire un mantenimento ed una PREVENZIONE sulla colonna vertebrale e per mantenere i risultati e prevenire futuri dolori.
11. AIUTA LA POSTURA DEL TUO BAMBINO IN 5 MOSSE
Dott Maurizio Casciotti Fisioterapista Osteopata Pontenure
In data 12 maggio 2016 presso la sala conferenze di Villa Raggio a Pontenure si è tenuta una
conferenza relatore è stato il Dottor Fisioterapista Osteopata Maurizio Casciotti, organizzata
insieme alla Associazione dei Genitori di Pontenure, sul tema di come aiutare i genitori ad
osservare i propri figli per evitare o prevenire deformazioni nella crescita.
Il motivo di questo incontro è stato di poter condividere con i genitori intervenuti numerosi, un po' di informazioni a modi di una normale chiacchierata senza voler essere troppo specifici e nemmeno troppo medici, affinché tutti potessero capire.
Io come fisioterapista, mi sono reso conto nella mia pratica clinica che molti ragazzi che ho avuto la fortuna di visitare purtroppo alla età di 13-14 anni, si trovavano ormai con problematiche fisiche irrecuperabili poichè mai controllate o di cui nemmeno loro o i loro genitori erano mai stati avvisati o nemmeno se ne erano mai accorti se non in qualche caso.
L’incontro quindi è stato un vademecum un elenco di suggerimenti per essere un aiuto al genitore ed a tutta la famiglia.
L’idea di questa serata è stata quella di poter dare delle informazioni, ma meglio dire dei suggerimenti o dei punti di vista per poter in qualche modo prevenire problemi futuri o imminenti nei vostri figli.
Il concetto di prevenzione è importante se lo sfruttiamo bene fin dai primi anni possiamo poi evitare di trovarci in situazioni che sono difficili da correggere
I nostri figli in crescita si sviluppano fisicamente velocemente ed in diversi modi e spesso non sono prevedibili i vari cambiamenti nel loro corpo ragion per cui dobbiamo tenerli sotto
osservazione per poter vedere fin dai primi anni se ci sono alcuni segnali che ci possono far capire che qualcosa non va.
Questo ci può permetter di fare delle scelte e di poter sapere se rivolgerci a professionisti del
settore della salute.
Purtroppo ci troviamo in un periodo temporale dove dobbiamo in qualche modo ovviare a carenze spesso non volute ne da noi ne dalle persone che dovrebbero sorvegliare la salute dei nostri figli, la stessa cosa vale per il sistema scolastico che offre consulenze di valutazione posturale spesso insufficienti.
Qui il genitore può subentrare e iniziare con i suoi mezzi a fare una sua opera di prevenzione
controllando i propri figli e quando è veramente il caso segnalare il problema al medico pediatra o allo specialista del caso per una visita più approfondita.
Dare informazioni o suggerimenti ai genitori ci permette di intervenire per tempo poichè per
esperienza dopo i 13 anni di età la situazione ormai è abbastanza definita e difficilmente
correggibile per cui poi sono necessari interventi molto più invasivi o anche scomodi e che non possono più correggere, ma che sono solo conservatrici, parlo dei busti, della ginnastica o al
peggio della chirurgia nei casi gravi.
Possiamo inoltre con la prevenzione operare un sistema di risparmio famigliare poichè un busto per bloccare una scoliosi ormai consolidata ha un costo in media che parte da 700 euro minimo in su.
Un altro aspetto è la possibilità dei famigliari di avere un rapporto migliore con i propri figli
sfruttando la situazione per un controllo del loro corpo cosa che dopo in età adolescenziale può essere difficile.
I genitori devono aver un ruolo importante e attivo nella crescita dei propri figli cercando se
possibile di fare le giuste scelte o per lo meno le migliori per la salute dei propri eredi, oggi è
possibile forse quando noi eravamo piccoli c’erano meno mezzi e meno informazioni.
E’ importante sapere che la prevenzione inizia dopo i 6 anni di età se ci rivolgiamo alla schiena, ma anche agli arti superiori ed inferiori e alla masticazione.
Il concetto è di arrivare prima che la deformazione sia definitiva poichè altrimenti poi ci sono solo rimedi costosi e spesso molto scomodi come busti e ginnastiche lunghe e noiose oltre che in casi gravi anche chirurgie.
L’attività fisica è essenziale nella crescita è importante che il bambino si muova e va bene
qualsiasi tipo di sport, non soltanto il nuoto, il concetto importante di muoversi in maniera
coordinata.
Senza entrare troppo nello specifico di tutte le spiegazioni date durante la serata si può solo dare in questa relazione un riassunto dei punti principali.
Riassumendo i suggerimenti principali che sono stati dati ai genitori sono i seguenti:
- Misurare l’altezza del bambino almeno una volta al mese, magari segnando vicino allo stipite di una porta
- Guardare l’altezza delle spalle
- Guardare la rima inter-incisiva dei denti superiori ed inferiori che siano allineati
- Guardare il bordo interno di entrambi i piedi da eretto
- Osservare se il bambino tiene la testa spostata o inclinata
- Guardare di lato se la zona del dorso è più cifotica
L’idea è, che una volta capito il meccanismo il genitore possa essere consapevole di come muoversi e rivolgersi a una delle seguenti figure:
FISIOTERAPISTA - OSTEOPATA - PODOLOGO - ORTODONZISTA - MEDICO CURANTE-
ORTOPEDICO
Una nota sugli zaini spesso colpevolizzati di essere la causa della scoliosi nei bambini, in effetti
il problema degli zaini può essere rilevante, specie se il soggetto non ha una buona muscolatura o non fa mai nessun tipo di attività fisica, è vero spesso sono molto pesanti, però ci possono essere alcuni suggerimenti:
- spesso non si controlla cosa i ragazzi mettono negli zaini e c’è dentro di tutto spesso superfluo non necessario
- come fare lo zaino se proprio ci sono molti libri: mettere i libri più voluminosi a livello dello
- schienale e glia altri posizionarli in modo da costruire il riempimento dello stesso
- altra cosa è non lasciare i cinghiacci molli ma cercare di tenerli corti e utilizzare entrambi gli spallacci
- un alternativa è trolley
ad ogni modo salvo che i vostri figli non debbano percorrere km e km a piedi con gli zaini, cosa abbastanza irrealistica ai nostri giorni, non sono convinto che gli zaini siano tra le cause di scoliosi, ma possono solo stancare maggiormente il bambino se non sufficientemente allenato per mancanza di movimento o per mancanza di esercizio fisico adeguato, cattiva alimentazione ( troppi zuccheri) con bambini spesso in sovrappeso e poco tonici a livello muscolare e quindi poco reattivi, poi c’è la pigrizia e le mode.
Queste a mio parere possono essere le cause della incapacità ad utilizzo di zaini troppo pesanti poichè spesso far coincidere le esigenze di salute fisica con la cultura scolastica può essere
davvero difficile.
Detto questo sarebbe opportuno un controllo almeno mensile da parte del fisioterapista osteopata ai bambini di cui si sospetta una possibile deformità e bisogna iniziare già dai 6 anni poichè dopo i 13-14 già è troppo tardi!
ERNIA DEL DISCO COSA FARE?
Dottor Fisioterapista Maurizio Casciotti Pontenure
Per ernia del disco intendiamo di solito un problema che avviene a livello dei dischi che si trovano tra una vertebra e l’altra nella nostra colonna vertebrale.
Accade che questi dischi che sono come dei cuscinetti fatti di fibre concentriche con in mezzo al centro una pallina di sostanza liquida, nel tempo si usurano e di lacerano facendo si che la sostanza liquida cerchi di fuoriuscire dalle rotture delle fibre del disco.
La nostra colonna vertebrale ha molti sistemi di protezione e di rivestimento che comunque funzionano da contenzione, però allo stesso modo ci sono molti piccoli nervi che avvisano il nostro cervello del possibile danno sotto forma di dolore.
Tutti abbiamo sentito parlare di colpo della strega situazione in cui ci si trova bloccati piegati in avanti con forte dolore al movimento e impossibilità a raddrizzarsi, specie dopo sforzi importanti o sollevamento di grossi pesi.
Non tutte le situazioni sono però uguali, per poter definire una ernia è necessario che ci sia la rottura completa del disco e fuoriuscita del liquido, spesso però c’è solo una rottura parziale e una protuberanza che spinge verso l’esterno che viene chiamata Protrusione o Bulging in termini medici.
Il problema è che queste protuberanze possono andare a creare irritazione ai nervi che nascono da ogni vertebra e quindi oltre a dare dolore possono anche dare sintomi che si irradiano in zone più lontane delle gambe e delle braccia.
Abbiamo infatti situazioni di ernie o sofferenze discali lombari e cervicali che sono le aree dove si riscontra più facilmente il problema.
Il dolore crea anche forti contratture della muscolatura della schiena del bacino e del tratto cervicale a secondo di dove abbiamo il problema.
Quando l'ernia si trova nella regione lombare (nove volte su dieci ), questa infiammazione provoca forte dolore alle gambe: dalla sciatica alla sindrome radice. Se l'ernia è situata nella zona cervicale, che è rara, il dolore si fa sentire nel braccio.
La malattia da ernia discale è una malattia molto diffusa in tutti i paesi del mondo, specialmente nei paesi industrializzati. Circa il 70-80% della popolazione è affetta da dolore lombare e cervicale e fra questa una buona percentuale soffre di malattia da ernia discale. E' una malattia molto dolorosa e invalidante, che colpisce prevalentemente i giovani e gli adulti in piena età lavorativa, tra i 20 e i 50 anni, creando enormi problemi sul piano sociosanitario ed economico. In Italia si calcola che almeno 15.000.000 di persone soffrano di tale malattia, e le statistiche sanitarie indicano che ben 50.000 ed oltre sono gli interventi chirurgici che vengono effettuati ogni anno per tentare di risolvere problemi legati all'ernia discale.
In passato i neurochirurgi e prima ancora gli ortopedici tentavano la via dell’intervento chirurgico con asportazione dell’ernia o di porzioni di disco affetto, negli anni però si è visto che tale soluzione portava poi il ripresentarsi del problema a breve termine anche in zone superiori o inferiori a quella dell’intervento.
Quindi negli ultimi anni non si propone quasi più l’intervento chirurgico come scelta principale, anzi si tende a consigliare terapie alternative conservative e di diverso tipo a secondo della gravità del problema e dell’intensità del dolore.
Oltre il 90%-95% dei pazienti può guarire con terapie non invasive come quella riabilitativa, oppure con l’osteopatia o terapia manuale. Tutti modi per facilitare il processo di guarigione naturale.
Molto importante quindi nella prima fase del dolore oltre a farmaci anti dolorifici o antinfiammatori prescritti dal medico specialista, è la fisioterapia fatta con elettroterapie, come la tecarterapia ed il laser oltre alla tens e massaggi lievi fatti solo da personale qualificato come il fisioterapista.
In seguito sono importanti oltre alla mobilitazione delle aree della schiena che si sono indurite o che si muovono poco un buon programma di esercizi per rinforzare i muscoli della schiena e dal tronco oltre gambe e braccia per recuperare le funzioni in modo normale.
I tempi sono abbastanza lunghi in molti casi ci vogliono almeno un mese e mezzo se si tratta di casi di forte dolore o lesioni importanti, ma ci sono anche problemi che si possono risolvere in una decina di giorni.
Altra fase sono gli esercizi da eseguire a casa da parte del paziente, quando non è più nella fase acuta e che devono essere eseguiti tutti i giorni e coinvolgono la muscolatura in modo blando oltre ad esercizi di respirazione e rilassamento.
Quando abbiamo una situazione acuta la prima cosa da fare è quindi il riposo a letto e farmaci antidolorifici, ma questa fase deve essere limitata a un paio di giorni poichè è necessario che il paziente possa iniziare a camminare il prima possibile poichè il movimento limita altri indurimenti di tessuti attorno alla zona del disco e quindi altri problemi che rallentano la guarigione.
E’ quindi importante rivolgersi al fisioterapista che valuterà la situazione e potrà in seguito consigliare se è il caso di mandare lo stesso dal medico specialista per richiedere di effettuare una radiografia o risonanza magnetica.
Se la situazione non è di livello grave è possibile intraprendere fin da subito un percorso di riabilitazione con varie fasi le prime di rilassamento e respirazione e lavori sui muscoli interessati.
Solo in casi iper acuti o con dolori troppo forti è possibile rivolgersi come prima fase a medici specializzati nel controllo del dolore che effettueranno loro valutazioni e infiltrazioni o possibili terapie di iniezioni con anestetici che dovranno però essere solo rimedi temporanei.
La parte importante sarà comunque sempre quella della rieducazione al movimento e della ripresa della forza dei muscoli da effettuarsi solo con un fisioterapista laureato e non in una palestra qualsiasi poichè la situazione non va sottovalutata e potrebbe diventare peggiore se non si è seguiti da professionisti qualificati.
Importante passata la fase del dolore e ripreso il movimento normale cercare di effettuare un mantenimento che si può eseguire frequentando un corso di ginnastica di gruppo specifico per i problemi di schiena, con esercizi specifici e mai solo di potenziamento dei solo addominali e della muscolatura delle gambe, meglio una ginnastica dolce con esercizi di postura e respirazione oltre di movimento guidato dal fisioterapista.